Depressione invernale e fotorepaia: come scegliere la lampada che cura

2022-11-03 14:49:33 By : Ms. Sissy Wan

I sintomi della depressione sono più frequenti e riconoscibili in inverno. Astenia, insonnia, irritabilità, inappetenza o al contrario fame nervosa. Non solo negli adulti, spesso indotti da preoccupazioni e stress, ma anche nei bambini. Soprattutto in questo periodo, dopo un anno tra pandemia, lockdown, assenza di contatto umano. Sembra “non vedere la luce in fondo al tunnel”. Si dice così, e un senso c’è. Ma non è solo un modo di dire, la spiegazione è di tipo scientifico. Luce è sinonimo di serenità, calma, vitalità e possibilità di controllare la situazione, di “vederci chiaro”. E induce istintivamente il sorriso, un senso di benessere. In molti casi la luce (di un certo tipo, anche artificiale) può alleviare questi sintomi depressivi.

Ne abbiamo parlato con due esperti. Il professore Professore Francesco Benedetti, docente di Psichiatria all’Università’ Vita-Salute San Raffaele di Milano, e la Dottoressa Paola Peroni, pediatra a Milano e Vimodrone.

Nel secondo studio riportato sono stati studiati gli effetti della Light Therapy paragonati a una luce soffusa placebo in 27 adolescenti tra i 14 e i 17 anni: si è trovata una significativa riduzione dei sintomi depressivi dopo il trattamento in entrambi i gruppi, ma nei pazienti trattati con la Light Therapy i livelli di melatonina aumentavano alla sera e diminuivano al mattino, stabilizzando così il ciclo sonno veglia.

Durante la depressione questo meccanismo non funziona con la regolarità necessaria: la terapia della luce ha lo scopo di sincronizzare nuovamente l’orologio biologico, in modo da ripristinare il normale ritmo di produzione dei neurotrasmettitori e il benessere. L’effetto che si osserva è quello di avere più energia al mattino, contrastando i sintomi della depressione che proprio al mattino sono peggiori.

«Il ritmo stagionale di produzione dei neurotrasmettitori che regolano il tono dell’umore e il livello delle energie vede il massimo di attività in estate, e il minimo in inverno. Questo ritmo è regolato dalla quantità di luce che inonda il nostro pianeta: registrandola, il nostro cervello sa in che stagione siamo e adegua il suo ritmo di funzionamento. La serotonina, per esempio, è rilasciata nel cervello dieci volte di più in estate che in inverno. Questo ritmo influenza le nostre attività, rendendoci più attivi d’estate e più orientati a stare in casa e a risparmiare energie in inverno. Purtroppo, nelle cosiddette ‘mezze stagioni’, in primavera e in autunno, quando il ritmo di produzione della serotonina cambia bruscamente, le persone possono ammalarsi di depressione. Sappiamo che chi si ammala ha delle variazioni più ampie, e usando la luce interveniamo in modo naturale su questi meccanismi correggendone il funzionamento. Un po’ come se rimettessimo in punto un orologio che fa le bizze», spiega Benedetti.

La migliore è la luce bianca, brillante, ‘fredda’: come quella dell’alba, che nel mondo della natura è lo stimolo che ogni mattina ‘mette in punto’ l’orologio biologico dell’uomo e degli altri animali. Si trova un’enorme varietà di lampade ad hoc cercando “Light Therapy” su siti di vendita online.I prezzi sono variabili da circa 50 a oltre 200 euro.

Sì, ma deve avere caratteristiche simili a quelle della luce solare, all’alba, che è il sincronizzatore naturale. Le normali lampadine che usiamo in casa hanno una intensità insufficiente.

«In ormai quarant’anni di ricerca scientifica, abbiamo capito che le lampade devono emettere una luce superiore a 5000 lux per essere efficaci, e che la luce bianca è la più potente. In commercio esistono molte lampade che emettono luce all’intensità di 10000 lux, che è lo standard terapeutico certificato. Il consiglio è di evitare prodotti di dubbia provenienza: la luce è luce, ma il fatto che il produttore abbia registrato la sua lampada come dispositivo medico, secondo le norme CE, è una garanzia in più sul fatto che la lampada emetta luce con le caratteristiche descritte. Esistono anche dei visori che si indossano a mo’ di occhiali, ed emettono luce direttamente nell’occhio», raccomanda Benedetti.

È molto facile: basta esporsi alla luce per una mezz’ora, subito dopo il risveglio. È infatti appena svegli che il nostro orologio ha la massima sensibilità agli effetti sincronizzatori della luce. Non occorre guardare direttamente la lampada: è la parte periferica della retina a essere collegata all’orologio biologico. Io consiglio di accendere la lampada sul tavolo mentre si fa colazione, o mentre si sfogliano i giornali del mattino… Basta che la luce entri nell’occhio, come accadrebbe se facessimo una passeggiata in una mattina d’estate. Ricevi news e aggiornamenti sulle ultime tendenze beauty direttamente nella tua posta Iscriviti alla newsletter

Nei primi studi sperimentali si usava luce al mattino e alla sera, ma si è dimostrato che una mezz’ora al mattino è sufficiente a produrre i benefici desiderati. Depressione post partum: le star che hanno raccontato guarda le foto

«La vista non è un problema: 10000 lux possono sembrare tanti, ma un raggio di sole in luglio ne ha 100000, dunque per l’occhio non c’è più rischio di quello del fare una passeggiata.

Anche molte persone che non hanno una depressione conclamata usano abitualmente lampade di questo tipo per tenere in ordine i ritmi biologici. Soprattutto nelle regioni più vicine ai poli, dove la notte occupa gran parte delle giornate invernali e un po’ di luce al mattino è utile per mantenere un normale livello di energie nella stagione buia», spiega Benedetti.

No, le componenti infrarosse e ultraviolette della luce solare, responsabili del calore e degli effetti sulla pelle, non vengono emesse dalle lampade per terapia della luce, perché non servono a sincronizzare l’orologio biologico: sono lampade che non scaldano e non abbronzano!